76) "L'AGGUATO" - PAOLO DELPINO | MILANO

Sirio Marri richiuse la porta del motel dietro di sé e rabbrividì. Proprio la giornata giusta per un appuntamento in quel posto dimenticato da Dio... e, come questo se non fosse bastato, c’era una dannata bufera, là fuori. Fortuna che aveva le gomme da neve. Per Antonio Francia, il boss, non esistevano giorni speciali: il lavoro veniva prima di tutto, o, per meglio dire, c’era solo il lavoro. Vero che fin lì tutto era filato per il verso giusto, e Sirio vi aveva avuto il suo tornaconto. Francia non aveva scrupoli: pochi affari, combinati bene, con le persone giuste e al momento giusto. E Marri aveva il compito di curare la parte finanziaria. Francia era un intermediario, non certo di mezza tacca, visto che a lui si rivolgevano non solo malavitosi di rango, ma anche persone insospettabili: in una parola, i padroni della città. Fare e disfare società, manovrare il denaro lungo le autostrade elettroniche, cancellare le tracce delle transazioni, erano attività in cui egli non aveva rivali. Le uniche tracce restavano nel portatile di Sirio. Da un po’ di tempo, però, Marri aveva prima iniziato a riflettere, poi a coltivare dubbi... (segue - totale battute: 15746)

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[ 31 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

75) "L'INCONTRO" - LELLA CERVIA | CARRARA (MS)

Ero arrivata di sera ed il piccolo borgo toscano mi si presentava in tutta la sua magia: Bagno Vignoni. Osservai l’orologio, le sette passate da poco. Bene, ero puntuale, “come il solito”, sospirai nel pensiero. Avevo provato spesso ad arrivare in ritardo agli appuntamenti, tanto per assomigliare un po’ di più agli altri, i ritardatari cronici, mi ero sforzata più volte ma, niente non ero mai riuscita a farmi aspettare… Massimo ritardo raggiunto: 5 minuti, roba da orologi non sincronizzati. Mi avevano detto che sarei potuta entrare con la macchina nella piazza, normalmente chiusa al traffico, per raggiungere l’Hotel. Era gennaio e la Val d’Orcia, durante il viaggio, mi aveva offerto un cielo invernale particolarmente stellato. Mi piacerebbe conoscere bene le stelle, luminosi puntini che, se li guardi, ti riportano subito nella realtà, ridimensionando i tuoi problemi in confronto all’immensità dell’universo. Decisi di non offendere il silenzio del luogo e parcheggiai la macchina appena fuori del paese. Avevo solo una sacca per bagaglio e due passi non mi avrebbero fatto male, l’Hotel era vicino... (segue - totale battute: 13950)

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[ 31 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

74) "DUE FRANCESI A VENEZIA" - MANOLA GUGELMO | ALBIGNASEGO (PD)

Il sole delle 9 scaldava tiepidamente il viso di Sophie. La sera prima aveva piovuto a dirotto e lei sapeva che il giorno dopo il tempo sarebbe stato meraviglioso. Il cielo era terso e la luce del sole ancora più luminosa del solito. Le sedie nel patio antistante l’entrata dell’ Hotel Santo Stefano erano bagnate delle grosse gocce che gli acquazzoni lasciano sempre come ricordo. A dispetto del fatto che giugno fosse appena iniziato, nei giorni precedenti il caldo si era fatto sentire. La stagione era cominciata bene. “Sophie, hai finito con le sedie?” la voce calda e gentile di Emma le giunse dalla reception. Ormai erano sei anni che lavorava per lei durante l’estate. A Sophie serviva per praticare l’inglese e il francese con i turisti oltre che per arrotondare, a Emma perché aveva bisogno di una mano e quella ragazza era sveglia e volenterosa. Veneziana doc, Emma era una donna meravigliosa. Cinquant’anni e una grinta da invidia. La sua famiglia gestiva quell’hotel dalla metà degli anni ’60 e lei aveva portato avanti la tradizione... (segue - totale battute: 11547)

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[ 30 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

73) "SIGNOR D" - LUCA FOLTRAN | LENTATE SUL SEVESO (MI)

Ringraziò il portiere dell’hotel mentre ritirava le chiavi. 406 questa volta. Era già stato in quel posto anni addietro, aveva prodotto una delle sue opere migliori, tinte acquarello. Sorrise e ringraziando nuovamente afferrò la scura valigia in pelle compagna di migliaia di altri viaggi. Attese con calma l’ascensore osservando la scena attorno a lui. Una giovane coppia, impegnata a programmare le escursioni dei giorni successivi tra cartine e opuscoli promozionali, occupava il tavolo accanto alla reception scherzando su chi si sarebbe affaticato prima. Pensò che non erano ancora sposati, troppo giovani per esserlo. Poi la ragazza baciò il fidanzato sulla fronte. Il signor D sorrise. Sarebbero andati alle cascate l’indomani mattina, partendo all’alba, su questo il signor D non aveva alcun dubbio. Le porte dell’ascensore si aprirono di fronte a lui. Parecchi i cambiamenti da quando era stato all’hotel l’ultima volta... (segue - totale battute: 7693)

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[ 28 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

72) "INCANTO" - RITA MAZZON | PADOVA

A Mario la richiesta sembrava un po’ strana, ma accondiscese senza obiettare. La cerimonia era stata sobria. Ora erano finalmente soli. Eva si era tolta l’abito nuziale. Aveva indossato un tailleur azzurro. Avevano preparato un borsone con pochi indumenti. Tanto era per una notte sola. Avevano preso un taxi ed ora si trovavano davanti all’Hotel MajesticToscanelli di Padova. Era questo che Eva desiderava. Dormire una notte in quell’albergo nel centro della sua città. Fin da bambina, quando andava nelle piazze con la mamma a fare la spesa, l’hotel le era sembrato un luogo incantato. Pregava spesso la mamma di andare verso l’albergo delle favole, come lei lo chiamava. Un giorno, infatti era stata affascinata da una coppia che era uscita dalla porta di cristallo. Lei splendidamente bionda con una abito lungo azzurro cielo. Lui in smoking con il papillon rosso. Per una notte sola voleva sentirsi una principessa. Per provare l’emozione di quella visione che aveva avuto da bambina... (segue - totale battute: 6420)

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[ 26 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

71) "L'ALBERGO PERFETTO" - CLAUDIO FOTI | ROMA

“Porta le valige in stanza, Vincent, e in fretta!” Disse la signora Godoi al figlio che, appena arrivato in albergo, si era già sdraiato sul divano davanti alla reception. Ma prima che il sedicenne avesse la possibilità di alzarsi, un mini robot, che fino ad allora se ne era stato inerte vicino al muro, si mosse, afferrò le tre valige e si affrettò a salire le scale. “Grazie ehm… come ti chiami?” Domandò Vincent. “N° 127, al suo servizio!” Rispose quello con voce metallica. “Io preferirei chiamarti per nome, veramente. Che te ne pare di Adamo?” “Adamo al suo servizio, signorino Vincent!” Ripeté prontamente il robottino, mentre Vincent ridacchiava sommessamente. Nella hall la signora Godoi faceva mille complimenti all’architetto dell’albergo, Giuseppe Gelemen, Vincent la osservò poi spostò lo sguardo sulla grande e prestigiosa costruzione che la sua famiglia aveva appena comprato: tutto era illuminato da una luce giallo-ocra che dava una sensazione vintage a quell’hotel più che moderno; grandi specchi ovali bordati da cornici dorate e argentate erano presenti in tutte le spaziose stanze, primule e rose fresche, preziosi e colorati vasi cinesi e tappeti persiani. Le finestre, ornate da tende di pizzo cangianti di colore, si aprivano su uno dei più bei quartieri della città, costituito da ville imponenti e traboccante di verde. Proprio dietro l’albergo, si trovava la dependance, una villetta, abitata da una famiglia che, si occupava delle pulizie e del catering dell’hotel. Simpatici e amichevoli... (segue - totale battute: 19993)

 

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[ 25 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

70) "INCONTRANDO MAGLENE..." - LAURA GIASSI | FAGNANO OLONA (VA)

Un delizioso profumo di erba appena tagliata mi avvolge e un continuo cinguettio mi sveglia dolcemente. Apro gli occhi e dinanzi a me vedo un bellissimo lago; i giochi di luce dell’acqua mi abbagliano, ma riesco ugualmente a intravedere in lontananza dei piccoli anatroccoli che si rincorrono e due maestosi cigni che sembrano voler custodire gelosamente il loro territorio. Devo essermi assopita su questa panchina… Questa mattina sono arrivata molto presto all’agriturismo Rosaspina, non vedevo l’ora di raggiungere la mia meta e così alle 6:00 ero già in viaggio. L’agriturismo Rosaspina è immerso nel verde della maremma toscana presso il borgo di Capalbio e le prestigiose coste dell’argentario. Ho scelto questo posto per le sue bellezze naturali: il parco del WWF di Burano, il parco naturale della Maremma e perché no, magari riuscirò a visitare anche le antiche rovine romane di Cosa e le testimonianze etrusche di Vetulonia e Vulci. Ho sempre amato la natura, fin da piccola; mia mamma impazziva tutte le volte che portavo a casa un piccolo animaletto abbandonato; mi piaceva accudirlo e rimetterlo subito dopo in libertà. Sono sempre stata una persona solare, un po’ particolare, come mi definiva mio nonno... (segue - totale battute: 7481)

 

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[ 25 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

69) "VAPORE" - DANIELA BOARINO | TORINO

Avvolta nel soffice accappatoio e con i capelli trattenuti dal telo di spugna, la donna si era sdraiata sulla panca di piastrelle color bronzo. Non c'era nessuno in quella penombra umida, era sola. Sapeva che là dentro, in quel silenzio, avrebbe potuto piangere senza doversi giustificare con nessuno, nemmeno con se stessa. Avrebbe potuto confrontarsi con la sua disperazione liberamente, senza vergogna. Negli ultimi tempi lo aveva fatto anche altre volte, tante altre volte. La Spa dell’hotel più esclusivo della città si trovava a due passi da casa sua, in Via dell’Arcivescovado. Ci poteva andare a piedi, senza prendere l’auto. Non doveva preoccuparsi di portare né asciugamani né bagnoschiuma né altro. Le veniva fornito tutto e poteva arrivare lì a qualsiasi ora perché rimaneva sempre aperta... (segue - totale battute: 3054)

 

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[ 25 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

68) "LUCI SOFFUSE" - ANNA MARIA MARCANTONI | RIMINI

Entrata elegante, sontuosa. In mezzo alla sala una carrozza “Luigi Quindici” dava l’idea della imponenza dell’hotel. Luci soffuse provenienti da lampade antiche, nascoste fra piante esotiche cadenti, come la cascata d’acqua che scendeva dalla parete di roccia, l’allegro e rigoglioso cadere scaturiva una voglia pazzesca di un tuffo fuori luogo. Il Profumo d'essenze, sprigionate dalle svariate qualità di fiori armoniosamente disposti in ogni angolo, era piacevole. C’era aria di pulito, di fresco, come le mele di colore rosso brillante che facevano bella mostra nel vassoio posto su di un tavolino multietnico, a fianco dell’ascensore che portava direttamente alla Suite. La visione del frutto sollecitava le papille gustative di lei... Cosa c’era di meglio che assaggiare l’invitante pomo? Addentò con avidità, mista alla rabbia, la polpa bianca e saporita, apprezzandone la qualità come apprezzava quel che provava per il suo uomo. Qualsiasi fosse il motivo di quel viaggio era meglio rinfrescarsi le idee e la bocca, poi avrebbe chiarito con calma la posizione col suo compagno... Gli avrebbe confessato che lei era innamorata di un altro. Aveva accettato l’invito di quel viaggio con l’intenzione di parlargli apertamente di questo... con la speranza di non litigare troppo, come succedeva invece a casa loro, che non arrivavano mai alla chiarificazione... per le urla con le quali ognuno esponeva le proprie incomprensioni, finivano con uno sbattere di porte... e tutto rimaneva sospeso…. Lì... in quell’albergo, non sarebbe andata così ... (segue - totale battute: 7674)

 

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[ 22 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

67) "UN'INDAGINE INNOCENTE" - MARINELLA MALTAGLIATI | CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI)

Il vetro della portafinestra rifletteva un volto angoloso dall’aria sbarazzina incorniciato da una massa di riccioli senza età. Gli occhi erano attenti e, dal modo in cui stava scrutando, esprimevano perplessità. Elda si accoccolò sulla poltroncina azzurra, dove avrebbe potuto cercare ancora? E, soprattutto, cosa? La voce alle sue spalle la colse di sorpresa. «Zia Elda, cosa stai facendo nella camera di mister Garret?» «Sei tu? Mi hai spaventata! Stavo considerando le tende, da questa angolatura mi ricordano un lembo di cielo in una notte stellata.» «Smettila, per favore! Tu hai frugato nei cassetti, due sono ancora aperti. Cosa stai cercando? Da più di una settimana ricevo lamentele da parte dei clienti. La signora Sandri mi ha portato in ufficio un prezioso vasetto frantumato. Poi è stata la volta del dottor Sabatini che ha posato sulla mia scrivania una cartella portadocumenti il cui contenuto a soqquadro non lasciava dubbi. Stavo tenendo d’occhio il personale e invece eri tu, mia zia!» La minuta signora si fece ancora più piccola. Non poteva negare l’evidenza. «Mi spiace. È vero, il vasetto si è rotto, mi è scivolato dalle mani, non volevo. I fogli non sono riuscita a riordinarli.» «Sì, ma cosa ci facevi in quelle stanze? E perché oggi stai ispezionando i cassetti di un cliente che ci onora con regolarità della sua presenza? Devo credere che mia zia sia implicata in qualcosa di illegale?» «Sto cercando una persona che alloggia qui» «E non sarebbe stato sufficiente controllare il registro delle presenze?» «Non è così semplice. Andiamo in camera mia e ti spiegherò»... ... (segue - totale battute: 10734)

 

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[ 19 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

66) "UOMINI CON LA VALIGIA" - LUIGI CHIAPPA | MILANO

Vivo in albergo. Non è una scelta di vita, è necessità. Già, perché viaggio per lavoro. La chiamano trasferta, io ci aggiungo permanente. Diciamocelo, noi siamo sempre in viaggio, uomini con la valigia. A poco a poco ci accorgiamo di non avere più una casa, perché ne abbiamo tante. Siamo dei marinai, ad ogni porto ci attende qualcuno. Arriviamo in albergo, e sbirciamo da lontano se c’è quella receptionist carina. Maledizione, c’è in giro il suo collega. Quell’antipatico che l’ultima volta sosteneva che avevo mangiato le patatine del frigo bar, chissà perché poi. Mi saluta con deferenza, “Ingegnere”, del resto sono qui almeno due volte al mese. Mi informa che è stato apportato un cambiamento al modulo di registrazione, così mi tocca compilarlo da capo. Almeno a questa fatica corrispondesse l’eccitazione di entrare in un albergo nuovo. Riempio, firmo e controfirmo. Chiamo l’ascensore, coltivando nel cuore la speranza che ci metta moltissimo ad arrivare. Già perché dopo il sottoscritto si è presentata alla reception una ragazza carinissima, proprio non mi dispiacerebbe farci due chiacchiere. Che mi potrebbero garantire la possibilità di sedermi al suo tavolo per colazione... (segue - totale battute: 7204)

 

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[ 19 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

65) "IL SOLDO DI COSIMO" - ANTONELLA CHIRICI | LIVORNO

Charlotte arrivò alla Locanda del Loggiato nel tardo pomeriggio di un giorno di settembre. Era come se l’era immaginata, semplice, le mura esterne segnate dal tempo e dall’acqua, scalini e panche di pietra ad ornare il profilo ed un grande arco custode di ciò che prometteva l’interno. Affascinata totalmente dalla locanda non riuscì però a non considerare il contesto in cui sorgeva. Tutto il luogo infatti era particolare, il borgo era uno dei centri termali più antichi della Toscana, ma Bagno Vignoni aveva qualcosa di più: l’acqua. Acqua a cinquantadue gradi! Era lei la vera padrona, quella che donava al luogo la sua unicità… al posto della piazza ad esempio, c’era una piscina. Una piazza di acqua, e su di essa i palazzi, i giardini ed i loggiati si specchiavano restituendo un’immagine speculare resa tremula dalla superficie increspata di quella singolare vasca e dai vapori che vi si sprigionavano. Ed è ancora così, è così da secoli, da talmente tanti secoli che quasi non si riesce a crederci se non fosse per le fonti storiche che testimoniano che il borgo era già noto ai romani ed agli etruschi... (segue - totale battute: 14323)

 

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[ 15 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

64) "LA CICALA E LA FORMICA" - STEFANO ROMAGNOLI | SANREMO (IM)

La cicala dopo aver cantato tutta l'estate con un ingaggio super milionario nella pineta di Milano Marittima, decise di passare l'inverno a Parigi. Non prima però d'aver fatto una puntatina ai Casinò di Sanremo e Montecarlo dov'era di casa. Percorrendo con la sua rossa Ferrari la Riviera dei Fiori, sorpresa da un acquazzone, fece tappa a Laigueglia. Pur essendo abituata ad alberghi con almeno cinque stelle, all'Hotel Villla Ida trovò un'accoglienza così signorile e familiare al tempo stesso, da non farle desiderare nulla di più. Oltre all'aspetto della facciata di un eleganza sobria, l'interno presentava un arredamento signorile e un'infinità di servizi, compresa l'area benessere, essenziale per una di mondo come lei. Il suo rosso gioiello poi era stato parcheggiato con ogni riguardo nel garage privato dell'Hotel. La mattina seguente al suo arrivo il tempo era cambiato e splendeva il sole. L'inverno mite della Riviera contrastava fortemente col freddo nebbioso della Pianura Padana del giorno precedente. Sembrava un altro mondo! In quel piccolo paradiso d'albergo pareva tornata l'estate e dalla finestra della sua suite il mare era una tavola d'un azzurro intenso. Invece di ripartire subito, come aveva previsto, presa da un sensuale oblio decise di fermarsi all'Hotel Villa Ida per un'intera settimana. E sarebbe stata lì ancora a lungo se il demone del gioco, riscuotendola dal suo torpore, non avesse prevalso. Così a malincuore lasciò l'Hotel ma: "Tornerò presto nel vostro paradiso!" promise prima d'andarsene... (segue - totale battute: 3960)

 

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[ 08 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]




[ 08 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

63) "COINCIDENZE" - SIMONA SANTARCANGELO | MILANO

L’Estate del 2001 fu diversa da quelle trascorse precedentemente. Tutto iniziò per puro caso, si potrebbe dire per volere del destino, poiché l’Hotel “Violetta” non faceva parte dei miei programmi. Avrei dovuto viaggiare tranquillamente con la mia fedele Lancia , qualche pacchetto di sigarette e un cd di Vasco per farmi compagnia. Solo 3 ore di viaggio e mi sarei goduto la meritata vacanza insieme ai miei cari vecchi amici. Ogni anno sempre la stessa routine : grigliate,partite a calcetto, serate al bar, torneo di scopone scientifico . Nulla di così esaltante, ma la voglia ti ritrovarsi e stare tutti insieme senza pensieri e senza preoccupazioni era talmente forte che ci sarebbe bastato poco per essere felici. Così ogni anno percorrevo per 3 ore l’autostrada, coi finestrini abbassati e l’aria che mi rinfrescava il volto. Ogni anno tranne quello. Invece della sdraio sotto al porticato della casa di montagna mi ritrovai su un letto in una stanza di 50 cm quadri. Con le mani incrociate dietro la testa mi misi a fissare il soffitto per minuti interminabili. Avrei dovuto aspettare l’indomani per poter cambiare la ruota, visto che la domenica, in quel paese, tutti i servizi erano chiusi. Alla reception mi aveva accolto un’anziana signora che, molto gentilmente,( per quanto il suo sguardo cupo e malinconico potesse mostrare gentilezza) mi aveva permesso di pernottare in attesa della riparazione... (segue - totale battute: 9159)

 

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[ 04 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]

62) "STANZA MORTALE" - ALESSANDRA MOSCA PROIETTI | TERNI

Molte volte ho detto a me stessa, “morirei per soggiornare almeno un giorno in un albergo di lusso” ed ora che c’ero dentro, avrei preferito dormire in una tenda da campeggio, ma viva e vegeta. La hall dell’albergo era poco arieggiata e tutto intorno si respirava un odore di vecchio. Gentilmente un alto signore, (sicuramente il facchino), magro e trasandato, mi accompagnò fino alla camera e mi consegnò con le sue mani scarnite la chiave. Inserì quest’ultima nella serratura arrugginita e dopo uno strano rumore, come se avessi azionato chissà quale meccanismo, entrai all’interno. La stanza era molto piccola, ma al quanto tetra. La carta da parati era di un colore viola scuro, come se fosse un periodo d’avvento. Appesi alla parete, potevo notare non certo paesaggi montani o marini, ma volti poco allegri di gente cadaverica o per lo meno priva di trucco. Il battiscopa che delimitava l’ambiente, ogni tre metri era interrotto da grosse tane di topi, i quali tranquillamente girovagavano per la stanza. Il pavimento dove poggiavo i piedi, era di mattonelle a forma di ragnatela e in tinta con un enorme finto ragno nero. Quest'ultimo fungeva da lampadario, con dalle molteplici zampe, che sorreggevano a loro volta delle vecchie e consumate candele. Il soffitto era di un colore rosso scuro, con incisi simboli indecifrabili. Il letto era quello di un fachiro, con base di chiodi, ricoperto da delle lenzuola di seta nera e privo di cuscino. Adiacente a quest’ultimo vi era un comodino con un telecomando, dove i tasti erano fatti di denti umani, anche se nella stanza, non vi era nessuna televisione. Poi sempre adagiato sul mobiletto, per chi avesse avuto voglia di fumare o in questo contesto, smettere di farlo, poteva trovare aiuto, con un posa cenere con la forma di mano scheletrica. L’armadio per riporre i bagagli, era fatto di legno di frassino, ormai vecchio e cigolante a forma di bara, con uno specchio che non rifletteva neanche un pezzo del mio corpo e che mi faceva sentire per un attimo un vampiro... (segue - totale battute: 6849)

 

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[ 04 ottobre, 2009 ] • [ eureka ]