Bologna
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[ 03 September, 2010 ] • [ eureka ]

16) "TRE ZANZARE" - LUIGIA BENCIVENGA | BOLOGNA

La bomba s'era portata via mezza stazione, bruciato un centinaio di corpi, mozzato gli arti di un'altra ventina. Solo mia moglie non c'era, tutta ridotta a mille o più pezzettini sparsi nell'aria puzzolente di carne arrostita.

Negli anni che seguirono la tragedia mi son chiesto quanto dolore Maria avesse provato. Il dottor Scialò tentò di rassicurarmi.

- La dilatazione dei tessuti seguita alla deflagrazione è avvenuta nell'arco di mezzo secondo. Il dolore ha bisogno di tempo, mio caro. Piuttosto lei come si sente?
- Non me ne parli. Quel dolore al collo di cui le parlai, non dà tregua. Il suo raggio d'azione sembra allungarsi fino ad arrivare ai piedi.

Scialò non riuscì a risolvere il problema, dunque mi affidai ad un biglietto da visita che uno sconosciuto interlocutore inserì nella tasca del mio cappotto. Via il dolore con le zanzare. Tanto valeva provare.

Lo studio del dottor Yun Li si trovava in via Polese in una simpatica casetta sopra i portici dove un tempo - ma forse pure oggi - le prostitute ricevevano i clienti... (segue - totale battute: 4977)

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[ 03 September, 2010 ] • [ eureka ]

22) "NIENTE DA PERDERE" - GIULIO PIANCASTELLI | BOLOGNA

La navetta che lo aveva prelevato dalla stazione insieme a uno sparuto gruppetto di nomadi cittadini infreddoliti dall’abbrivio novembrino era stata costretta a fermarsi da un’automobile che le aveva tagliato la strada a un incrocio regolato da un semaforo che uno dei due mezzi non aveva rispettato. Accadde nei pressi dell’ospedale, a poche centinaia di metri dall’albergo che la burocrazia aziendale aveva selezionato per lui in occasione dell’ennesimo meeting di progetto: i due uomini dietro il volante dei rispettivi veicoli si liberarono delle imbracature necessarie alla circolazione e di numerosi freni inibitori, passando dagli insulti a finestrini abbassati a calci pugni e spintoni in un tempo così breve da impedire a chiunque di notare la prontezza di riflessi di una passeggera che, isolatasi dai grumi dei compagni di viaggio, aveva agguantato fulminea il proprio cellulare e digitato il numero della polizia. All’arrivo della volante, lui si lasciò trasportare anonimo dal rivolo umano che sgocciolava alla chetichella fuori dalla porta centrale, piccola gente terrorizzata dalla prospettiva di disattendere i propri esausti riti serali per offrire testimonianza dell’accaduto... (segue - totale battute: 8548)

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[ 08 October, 2010 ] • [ eureka ]

37) "IN SOSPESO" - GIUSEPPE ACCIARO | BOLOGNA

Il dottor Lanfranchi si sistemò il suo cappello in stile vintage anni cinquanta e cominciò ad addentare il panino con la salsiccia ancora fumante. Le due infermiere slave che lavoravano al maggiore si rivolsero a Khaleb in un italiano abbastanza corretto. Mentre le patatine le scivolavano in bocca con la velocità di pesci guizzanti, una di loro raccontava all’altra un buffo aneddoto su un episodio avvenuto in Slovenia, ammiccando a Khaleb, che si mostrava sempre coinvolto nei discorsi dei suoi clienti. Arrivarono altre persone e le voci degli astanti si mescolarono formando un cacofonico background. I presenti erano quasi tutti dei lavoratori che conoscevano da tempo Khaleb, e si servivano da lui durante le pause lavorative o prima di prendere servizio. La sua paninoteca era molto fornita e non mancavano vari tipi di dolciumi... (segue - totale battute: 8849)

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[ 25 November, 2010 ] • [ eureka ]

40) "HYDROFIELE" - ENRICA DEL ROSSO | BOLOGNA

Nettuno è al centro del sistema. Del nostro sistema, localizzato nel quartiere di Piazza Maggiore, squadrata e ampia come la fronte di un uomo sulla cinquantina. Mi è capitato di fantasticare in questo senso, di credere che durante la progettazione avessero tratto ispirazione dal volto asciutto di un personaggio illustre, ma non necessariamente affascinante. Il Signore dei Mari, dal canto suo, possiede magnificente bellezza. Nel suo nudo classicheggiante riscopro il fascino squisitamente estetico che il corpo umano sfrutta per ammaliare e schiavizzare.

La fontana della perdizione, dove l’erotismo si avviluppa alla carne. E potrei mai scappare? Non lo so. Di certo non voglio. Mi sono innamorata di quel simulacro sublime come ogni essere umano ama il proprio compagno di vita: perdutamente. Se non ci fosse la statua del dio a fecondare la città con il suo vigore maschile, Bologna sarebbe solo una sterminata pianura di femmine sciape. Come Lina. L’insignificante sposa sempre il ridicolo ed ella rappresenta proprio questa unione intestinale e spiacevole. Come dire, matrimoniale.

Mi sistemo i bottoni del tailleur, riflettendomi nello specchio appeso alla parete del corridoio, ma non smetto di ricontrollarmi anche dopo, assicurando che la mia linea distinta si propaghi lungo le vetrine di via Rizzoli. I miei tacchi battono forse con una certa insistenza sulla pavimentazione, come per chiamare un maggiordomo. Meriterei un vascello di servi, il cui unico scopo sarebbe ritardare l’avvento del loro giorno fatale per poter esaudire ancora i miei capricci. Mi è stato negato questo diritto. E allora in via Rizzoli, strada frivola e prostituita alle migliaia di persone che la solcano, i miei tacchi devono battere con una certa insistenza. Lo pretendo... (segue - totale battute: 19346)

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[ 30 November, 2010 ] • [ eureka ]