4) "OCCHI DI VENTO" - CRISTINA GIUNTINI | PRATO

Leggero, scorrevole ma prudente, il pennello viaggiava sulla tela, ora accennando lievi tocchi, ora tracciando una linea decisa, ora appoggiando un sottile punto. Di quando in quando si tuffava, esausto, nell’acqua già contaminata da resti di mille colori, per poi strusciarsi contro uno straccio consunto, che aveva ormai perso memoria del proprio colore originale. Senza concedersi un minuto di riposo, afferrava quindi una punta di giallo, inquinando con essa un bel rosso vermiglio, per dare vita ad una sfumatura meno brillante, ma più reale; e già riprendeva la sua corsa, di volta in volta decisa o più incerta, spinto dal braccio e dalla mente del suo padrone. Torsten si allontanò di alcuni passi dal cavalletto e si asciugò il sudore col dorso della mano. La giornata era stata piuttosto calda, e solo allora, verso il tramonto, una sottile aria cominciava a soffiare fra le tegole rosse. La finestra della mansarda, spalancata, riusciva a malapena a far entrare un filo di vento, misero sollievo alla sua pelle stanca. Torsten osservò ancora una volta il risultato delle sue fatiche, e scosse la testa: non era solo il caldo a pesare su di lui come un cumulo di panni bagnati e appiccicosi. Molto più pesante, opprimente e perfino dolorosa era quella situazione di stallo, quella mancanza di voglia, di ispirazione, che frenava la sua testa e le sue azioni. Posò pennello e tavolozza, si avvicinò alla finestra e si affacciò, alla ricerca di un’aria più dolce nell’imminenza della sera, e di un’ispirazione nella visione della cupola del Brunelleschi, che troneggiava superba davanti ai suoi occhi... (segue - totale battute: 16559)

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[ 07 May, 2010 ] • [ eureka ]