51) "IN POLVERE" - VERONICA BORGO | BERGAMO

Una donna così bella io non l’ho mai vista prima d’ora, ma ciò che mi incanta e nel medesimo tempo mi distrugge è che io sono bella almeno quanto lei e sono donna allo stesso modo. Non ha chiesto nulla di particolare, solo un Martini rosso, eppure nel camminare con il vassoio verso di lei mi pareva di carezzare con le dita il Paradiso. «Grazie» ha detto, semplicemente, lasciando nell’aria vibrazioni, come se avesse parlato per la prima volta ad un amante con suono morbido quanto un fiore, elastico al pari delle sue labbra. Per secondi nel mio cuore interminabili o fissato morbosamente quella curva rossa della bocca che lei schiudeva, ridendo. Dannata! Mi sta bevendo l’anima con quegli occhi, non ho più controllo delle mie mani. Ah, dannata veramente! Che ci fa con quel ghigno beffardo? Numero ventisei: il suo tavolo e la camera d’albergo. E rido di me stessa. Ha dimenticato il suo rossetto sul tovagliolo giallo ocra del tavolino. Lo afferro tra le mani e sento il profumo erompere dalla scatolina dura e chiusa, mentre lo avvicino al viso, con gesto spontaneo, per sentirlo vivo. So il suo nome, il resto non importa. Non voglio pensare alla sua vita lontano da Portovenere, ai suoi amanti e vestiti invernali. Ora lei è in questo albergo e io devo possederla... (segue - totale battute: 13340)

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[ 07 settembre, 2009 ] • [ eureka ]