33) "NELL'ANIMA DI UN CLICK" - BARBARA PIAZZA | BERGAMO

“Il reportage fotografico è pronto” disse Elizabeth al direttore editoriale.
“Lascialo nel mio studio. Più tardi darò un’occhiata” rispose Edward.
Non sapeva che questa volta avrebbe trovato un servizio completo.
“Victoria mi ha detto che il viaggio a Milano è stato fantastico”.
“Decisamente accattivante”, aggiunse Elizabeth, lasciandosi alle spalle l’ufficio di Victoria, il capo redattore. L’amica era rimasta stupefatta leggendo l’articolo che Elizabeth aveva scritto per l’occasione. Si conoscevano da molti anni, ma Elizabeth non aveva mai approfittato di un’amicizia che le univa fin dal tempo dei banchi della scuola e che le avrebbe permesso una rapida escalation. Il suo autentico talento non aveva bisogno di troppe “sgomitate”, né tanto meno di adulazione.
La mente tornò a qualche giorno prima. Aveva scattato molte fotografie, ma dovevano essere accompagnate da parole adeguate ai significati delle immagini. Quando fissava le emozioni con il suo obiettivo, sapeva che la scrittura avrebbe dovuto trasmettere qualcosa di più. Non poteva lasciare ad altri le sensazioni vissute così da vicino. Questa volta Daniel non si sarebbe occupato della stesura. Ripescò gli appunti scritti in modo illeggibile. La sua calligrafia sembrava mantenere un desiderio segreto, quasi a trattenere, fino all’ultimo, la sua espressione più intima. Il computer avrebbe ordinato l’articolo, ripulendolo dai geroglifici. Da molti anni lavorava per quella rivista come fotografa, ma non si era mai occupata di scrittura. Rilesse la pagina lasciata nello studio, accanto ad un plico di foto che tappezzavano la scrivania. Risentì le vibrazioni vissute giorni prima e fissate su quei fogli.
“L’antica armatura proiettava sul soffitto una luce magica. Il guardiano dell’Hotel possedeva il fascino di un tempo lontano che esplodeva nei riflessi dorati delle sue giunture”.
Alessandro, l’addetto alla reception, l’aveva accolta nella hall con i suoi modi essenziali e pregni di distinta riservatezza. Dopo aver consegnato i documenti, aveva sentito il bisogno di addentrarsi nell’ambiente, sospinta da un richiamo inspiegabile. Due alte colonne l’avevano introdotta in una stanza costellata di particolari, da gustare con attenzione. Aveva osservato gli affreschi che abbellivano le pareti e conferivano all’ambiente l’atmosfera del tempo... (segue - totale battute: 5982)

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[ 15 luglio, 2009 ] • [ eureka ]