111) "MARTIN E IL PIANO NGWEL DELLA REALTA" - FLAVIA BALSAMO | GIUGLIANO (NA)

Il professor Antonio Cuccuvati, filosofo e linguista, si era concesso una breve paura rinchiuso in una conca ai piedi del Monte Bianco, nei pressi di Courmayeur, comune della Valle d’Aosta. Prima di giungere alla destinazione ultima, l’Auberge de La Maison, l’uomo dagli affascinanti baffi color arancio decise di visitare la chiesa di San Pantaleone. Secondo la leggenda Pantaleone fu colpito dalla persecuzione di Diocleziano ma per diverse volte sfuggì alla condanna in miracolosa veste. Dapprima lo condannarono al rogo, ma le fiamme si spensero, poi doveva essere immerso nel piombo fuso, ma il piombo si raffreddò miracolosamente; il terzo tentativo fu di gettarlo in mare con una pietra legata al collo, ma il masso galleggiò; per niente arresi lo condannarono ad essere divorato dalle belve feroci che però lo accolsero bonariamente; fu legato ad una ruota, le corde si spezzarono e la ruota finì in frantumi. Tentarono infine di decapitarlo, la spada si piegò. Solo quando il santo diede il suo consenso gli fu tagliata la testa. Entrato in chiesa Antonio effettuò una maldestra genuflessione, figlia delle sue gracchianti ossa e delle mani occupate. Nella destra teneva stretta la valigia un po’ vecchia, in perfetto stile “fuori dal mondo”, nella sinistra reggeva invece la gabbietta con dentro il suo gatto, Martin. Pensò all’invocazione di Panteleemon (in greco: chi ha compassione di tutti), “Dio perdonali”; penso all’altro, più famoso convertito, che in vita tormentata disse: “Inquietum est cor nostrum donec requiescat in te”, Sant’Agostino. Un bambino sfacciato con le mani nelle tasche dei pantaloni e l’aria irrequieta si avvicinò ad Antonio. “Signore, che significa quella cosa strana che ha detto, è una formula magica?”. Antonio incarnava il tipo di filosofo solitario e sarcastico, eppure con i bambini riusciva non si sa come a comunicare, forse per la loro sfrontatezza e curiosità, forse perché più di tutti resistevano furtivi alle parole asociali dell’uomo. “Inquieto è il nostro cuore finché non trova pace in te”. “Un’altra stupida cosa religiosa insomma” disse palesemente scocciato il bambino fissando le preghiere della mamma. “Che lingua è?” chiese poi incuriosito. “Latino”- rispose divertito il filosofo – “ti piace?” “Per niente, sembra noioso” osservò il bambino lanciando un’occhiata al gatto, seguita da una sonora linguaccia... (segue - totale battute: 8440)

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[ 29 novembre, 2009 ] • [ eureka ]




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